L’evoluzione del Leone
Uno dei più grandi e potenti felini al mondo: il leone.
Dopo la tigre, infatti, è il più grande dei cinque grandi felidi del genere Panthera, con alcuni maschi la cui massa corporea supera i 250 kg.
Soprannominato il “re della savana”, un leone può arrivare a vivere fino a quindici anni, anche se, i maschi in particolare, arrivano non oltre i dieci anni, poichè spesso muoiono successivamente agli infortuni derivanti dalle lotte con i rivali per il dominio sul branco.
Prediligono come ambiente, la savana e le praterie, ma possono adattarsi ad aree cespugliose e foreste.
Nel Pleistocene fu uno dei carnivori maggiormente diffuso, con un areale che spaziava dal Sud Africa al sud degli attuali Stati Uniti per poi ritirarsi solo nel continente africano e in India occidentale.
In generale si può dire che i felidi primitivi si svilupparono nel corso dell’Oligocene, circa 30 milioni di anni fa, a partire da antenati simili a “gatti” arcaici, come Proailurus; avevano un corpo lungo e zampe più corte rispetto ai felidi attuali.
Indagini sull’evoluzione del leone sono sempre state complesse poiché i reperti inerenti le specie antiche sono scarsi frammentati e disomogenei; inoltre, fino a poco tempo fa, non si è mai stati in grado di capire le relazioni evolutive della specie, le dinamiche che hanno portato all’estinzione.
FELIDI ANTENATI
PROAILURUS
Proaiulurus è un mammifero carnivoro dell’Oligocene superiore (30-22 milioni di anni fa) ritrovato in Europa ed in Asia.
Con corpo piuttosto allungato era molto simile a un odierno gatto domestico, soltanto di dimensioni leggermente maggiori. La coda era più lunga, così come il cranio e gli occhi, mentre i denti e gli artigli dovevano essere più aguzzi. È probabile che questo animale, fosse parzialmente arboricolo.
Secondo la gran parte degli studiosi, potrebbe essere stato molto simile all’antenato di Pseudaelurus, una forma del Miocene dalla quale potrebbero essere derivate le maggiori linee evolutive dei felidi (come le tigri dai denti a sciabola, i panterini e i felini).
PRISTIFELIS
Probabilmente il più vicino all’origine dei “gatti” odierni è Pristifelis, vissuto 10 milioni di anni fa e forse derivato da un animale simile a Leptofelis.
La famiglia dei felidi produsse anche le cosiddette tigri dai denti a sciabola, riunite nella sottofamiglia Machairodontinae, caratterizzate dall’enorme sviluppo dei canini superiori. Vi furono anche altre forme meno note di incerta collocazione sistematica, come Dinofelis.
PSEUDAELURUS
Felide della taglia di un piccolo puma, vissuto nel Miocene in Europa e in Nordamerica; aveva corpo piuttosto lungo e basso rispetto alle forme attuali, e le zampe erano ancora abbastanza corte.
DINOFELIS
Vissuto dal Miocene al Pleistocene in Europa, Asia, Africa e Nordamerica.
Simili per dimensioni ad un leopardo, questi predatori possedevano zampe anteriori possenti e lunghi canini leggermente compressi lateralmente.
Molto comune nell’ambiente di savana, viene ritenuto uno dei principali predatori di australopiteci, e alcuni crani delle sue potenziali prede in effetti recano i segni dei denti di un predatore, le cui forme e dimensioni combaciano proprio con quelle di Dinofelis.
ALTRI FELIDI
Come detto all’inizio, non è ancora possibile stabilire un phylum evolutivo completo per quanto riguarda i felidi ed i leoni. Per cui, le specie denominate qui di seguito, non vengono riconosciute da tutti.
Tuttavia, dalla documentazione che ho letto sono risultati più probabili le seguenti specie:
Panthera leo atrox – il leone delle caverne americano (Nord America) 35.000-10.000 anni fa
Panthera leo spelaea, il leone delle caverne, eurasiatico, con scheletri fossili rinvenuti in Siberia, Russia, Polonia, datato a 300.000-10.000 anni fa – Pleistocene superiore.
Panthera Leo fossilis o leone delle steppe, è un felino estinto del Pleistocene inferiore e medio. Un cranio quasi completo è stato rinvenuto a Mauer, nei pressi di Heidelberg (Germania). Negli stessi sedimenti del cranio di leone è stata ritrovata una mandibola di 600 000 anni fa (mandibola di Mauer) appartenente all’antico ominide Homo heidelbergensis. I resti più antichi di Panthera leo fossilis in Europa provengono da Isernia, in Italia, e datano circa a 700 000 anni fa. Una mandibola di leone risalente a 1,75 milioni di anni fa proveniente da Olduvai, in Kenya, mostra una stretta somiglianza con quelle dell’Europa.
Da Panthera leo fossilis derivò il leone delle caverne europeo del Pleistocene superiore (Panthera leo spelaea), registrato per la prima volta circa 300 000 anni fa.
Panthera leo europea vissuto probabilmente fino al 100 d.C., detto anche Leone europeo. Fu sterminato, si pensa, dalla caccia spietata ad opera dei Romani, Macedoni, Galli e Iberici.
Panthera leo youngi – il leone delle caverne della Cina nord-orientale vissuto nel Pleistocene, circa 350.000 anni fa.
Panthera leo leo – il Leone Berbero o Atlantico o Marocchino estinto nel 1946. Panthera leo maculatus estintosi nel 1930, detto anche Leone maculato o Marozoi.
Panthera leo melanochaita il Leone del Capo estinto nel 1860.
GLI ULTIMI STUDI
Per aiutare a salvare i leoni rimasti nel mondo e comprendere meglio le correlazioni tra i diversi tipi, un team internazionale di scienziati ha ricreato genomi completi di 20 diversi leoni – 14 dei quali estinti da molto tempo (come il Leone Berbero, specie del Nord Africa, e il Leone Iraniano), inclusi due leoni delle caverne di 30.000 anni fa – preservati nel permafrost in Siberia e nello Yukon.
Questo è quanto emerge da una pubblicazione comparsa su BMC Evolutionary Biology dove i ricercatori dell’Università di Durham hanno analizzato sequenze di genoma mitocondriale di alcuni esemplari conservati in museo.
La ricerca ha preso in esame la sequenza mitocondriale di 52 esemplari di leone fra quelli presenti e quelli vissuti in passato, l’analisi filogenetica ha rilevato tre differenti gruppi di Leoni:
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- Panthera leo;
- Panthera spelea (popolazione omogenea dall’Europa alle aree nordiche quali Canada, Alaska e Siberia allora collegate dallo stretto di terra di Bering);
- Panthera atrox (popolazioni separate al di sotto dell’area coperta dai ghiacci).
Dallo studio emerse che la specie del Leone, si pensa sia comparsa nell’Africa Orientale circa 124 mila anni fa, e solo in seguito, l’evoluzione della specie, abbia preso due percorsi separati in base alla diversificazione ambientale a cui stava andando incontro l’Africa centro-meridionale.
Il successivo processo di desertificazione del Sahara, di circa 50.000 anni fa, ha prodotto un ulteriore differenziazione con la conseguente comparsa di un gruppo di leoni che abitava l’area a Nord, più vicina al Nilo, ed uno più ad occidente separato dal grande deserto.
Circa 21.000 anni fa, poi, alcune popolazioni di leone, hanno iniziato ad abbandonare il continente africano, compiendo migrazioni simili a quelle dell’uomo; solo 5.000 anni fa si differenziarono la varietà del Leone Iraniano da quelle asiatiche di cui tutt’oggi sopravvivono solo 400 esemplari.