Tipologia analitica di Laplace
L’analisi dei manufatti litici è stato oggetto di numerosi studi da parte di ricercatori nel corso della storia. Quando ancora non erano noti i metodi di datazione assoluta, venivano utilizzati per ricostruire la successione delle culture passate.
Ispirandosi ai metodi utilizzati in geologia stratigrafica essi si riproposero di ricollocare le diverse industrie nell’ambito di una scala cronologica, identificando per ciascun periodo il tipo di utensile più caratteristico, ricalcando nella pratica l’uso di individuare per ogni strato geologico un cosiddetto “fossi- le direttore” (cit. F.Fontana – dispense universitarie anno 2006).
G.de Mortillet applicò la nozione di fossile-guida, allo studio delle industrie, definendo la morfologia dei manufatti caratteristici che hanno conosciuto una diffusione geografica ampia e una diffusione temporale corta.
Questo approccio fu ampiamente sviluppato nella prima metà del nostro secolo dai grandi tipologi francesi che stabilirono le associazioni di tipi caratteristici di ogni orizzonte cronologico-culturale.
Tra il 1950 e il 1960, si avvertì la necessità di codificare definizioni e metodi di studio: F.Bordes, dopo aver analizzato e sperimentato i metodi di lavorazione adottati nel Paleolitico inferiore e medio, propose un approccio alle industrie di tali età basato su tecniche di produzione dei supporti e sulla morfologia degli strumenti.
D. Se Sonneville Bordes e J.Perrot proposero un modello di classificazione dei tipi di strumenti per il Paleolitico superiore, cui seguirono altre liste per il Mesolitico.
Essi mostrarono che all’interno della medesima entità, definita su base tipologica, anche gli indici che esprimono la frequenza relativa di determinati gruppi tipologici sono di regola simili; costruirono quindi diagrammi cumulativi che consentivano di visualizzare gli indici tipologici di un insieme, per permettere un confronto tra loro.
METODO BORDES
Il “Metodo Bordes”, grazie al principio quantitativo applicato allo studio delle serie litiche, ha permesso di superare le classificazioni puramente monotetiche basate sulla presenza o assenza di alcuni fossili guida, aprendo la via ad una classificazione politetica degli insiemi litici, prendendo in considerazione la frequenza dei differenti tipi in rapporto alla composizione totale dell’insieme litico.
Bordes ha definito una lista di 63 tipi comprendenti varie morfologie di raschiatoi (distinti in base alla localizzazione del ritocco) , schegge Levallois, grattatoi, bulini, punteruoli, coltelli a dorso, troncature, incavi, denticolati , becchi, erti, bulini, choppers, ecc.
Le percentuali relative a ciascun tipo vengono poi riportate su un diagramma cumulativo (riportante sull’asse delle x il tipo di strumento e sull’asse delle y la sua frequenza in %) che permette di differenziare i complessi litici riportati sullo stesso.
L’approccio tipologico di Bordes pone le sue basi sulla differenziazione culturale e cronologica degli insiemi litici sulla base della presenza/assenza e frequenza di alcuni tipi quali, per esempio le schegge Levallois o i raschiatoi.
Proponendo la teoria dell’evoluzione a cespuglio Bordes elabora una lista completa di tipi valida per il Paleolitico inferiore e medio, distinguendo gli strumenti su scheggia dai bifacciali (Bordes F. 1950,1981).
Gli strumenti su scheggia sono 63, suddivisi in quattro gruppi:
– il Gruppo I o Gruppo Levallois comprende i primi quattro strumenti,
– il Gruppo II o Gruppo Musteriano i nn. 5-29,
– il Gruppo III o Gruppo del Paleolitico superiore i nn. 30-37 e il n. 40,
– il Gruppo IV o Gruppo dei Denticolati è rappresentato soltanto dal n. 43.
Tale sistema tipologico ha riscontrato un notevole successo, in particolare per lo studio delle industrie del Paleolitico medio
TIPOLOGIA DI GEORGE LAPLACE
George Laplace è autore di una “tipologia analitica”, concepita prendendo in esame i caratteri distintivi delle industrie nell’ambito di un atteggiamento dialettico. La sua tipologia si basa infatti sulla definizione di categorie in funzione di diversi parametri, quali il ritocco, la morfologia e i rapporti dimensionali dei manufatti, in una sorta di sistema tassonomico che ricorda quello biologico (si hanno così il tipo secondario e primario, la classe, il gruppo e la famiglia).
Ne risulta un’organizzazione gerarchica su diversi piani tipologici, in cui i tipi primari sono avulsi da qualunque significato cronologico o culturale, mentre in quelli secondari possono rientrare i tipi definiti caratteristici delle altre liste.
Le categorie tassonomiche prese in considerazione sono le seguenti:
– Tipo secondario (strumento singolo, definito sulla base delle sue caratteristiche tecno-
morfologiche, Es Grattatoio frontale lungo su lama aurignaziana).
– Tipo primario (tema tipologico costante di cui i tipi secondari rappresentano delle varianti;
Es. Grattatoio frontale lungo G1).
– Classe e Gruppo (riuniscono a due differenti livelli i tipi primari che presentano le stesse caratteristiche fondamentali, Es Classe dei grattatoi frontali).
– Famiglia (riunisce uno o più gruppi similari, Es famiglia grattatoi, G).
Successivamente Laplace ha proposto una nuova lista, distinguendo sei ordini tipologici in base al modo del ritocco:
– Ordine dei Semplici,
– dei Sopraelevati,
– degli Erti,
– dei Piatti,
– dei Bulini,
– degli Scagliati.
CLASSIFICAZIONE PER I BIFACCIALI
Bifacciali e hacheraux caratterizzano l’acheuleano. F.Bordes ha proposto di rilevare, di ciascun bifacciale, una serie di misure per classificarli. Esso propone quindi una classificazione come segue:
- Bifacciale lanceolato
- Bifacciale triangolare
- Bifacciale cordiforme
- Bifacciale ovalare
- Bifacciale amigdaloide
- Limande
- Bifacciale abbevilliano
- hachereaux
La forma dei bifacciali viene classificata anche da G.Camps (1979) come segue:
A. BIFACCIALI PIATTI
1. Triangolare
2. Triangolare allungato
3. Subtriangolare
4. Cuoriforme
5. Cuoriforme allungato
6. Subcuoriforme
7. Ovalare
8. A forma di sogliola
9. Discoide
10. Naviforme
B. BIFACCIALI SPESSI
1. Cuneo
2. Amigdaloide
3. A bottiglia
4. Lanceolato
5. Micocchiano
C. BIFACCIALI DIVERSI
1. A estremità sbiecato
2. Parziale
3. Misto
4. Nucleiforme
ALTRE LISTE TIPOLOGICHE
A seguito del metodo presentato da Bordes, nel 1953, de Sonneville-Bordes D. e Perrot J. proposero una lista per il Paleolitico superiore, comprensiva di 92 tipi, in cui è ancora più accentuata la mancanza di omogeneità dei criteri informatori.
Successivamente altre liste tipologiche sono state elaborate, relative al Paleolitico superiore e all’Epipaleolitico – Mesolitico (Broglio A. – Kozlowski S.K., 1983) di diverse aree geografiche, alcune delle quali danno particolare risalto a tipi caratteristici che derivano il nome da siti eponimi, altre si basano sulla variabilità morfologica e morfometrica dei tipi.