Evoluzione del cavallo
La storia evolutiva del cavallo
La storia evolutiva del cavallo inizia circa 50 milioni di anni fa con il più antico antenato ritrovato, ad oggi, Eohippus.
Dei passaggi evolutivi che portano al genere Equus si hanno parecchie informazioni poiché sono stati trovati diversi resti.
Sappiamo anche distinguere con certezza che i cavalli attuali provengono da tre ceppi antichi: Tarpan, Equus Robustus (entrambe estinti) e Equus Prezwalski (quasi estinti).
Il genere Equus ebbe origine in Nordamerica circa un milione e mezzo di anni fa.
La diffusione di questo animale fu sia in Europa che in Asia e Africa.
All’epoca della dispersione del cavallo, il continente americano era ancora unito a quello asiatico, questo permise appunto un passaggio di questi animali in altri continenti.
Con l’era glaciale il cavallo si estinse in America, mentre negli altri continenti continuò la sua evoluzione adattandosi alla perfezione a climi diversi.
È così che in Africa presero vita i rami evolutivi che hanno portato alle zebre e agli asini. In Asia e in Europa, invece, si svilupparono altre specie che hanno dato origine alle specie che noi possiamo vedere oggigiorno e che appartengono tutte a Equus Caballus.
Nel corso dei millenni molte ramificazioni si sono anche estinte, come l’Anchitherium e l’Hypohippus, discendenti del Miohippus, o l’Hipparion e l’Hippidion, discendenti del Merychippus.
L’aspetto del Pliohippus di 6 milioni di anni fa assomigliava molto a quello dei pony attuali, infatti questa specie rappresenta l’ultimo anello della catena evolutiva che ha dato origine all’Equus, diretto genitore del cavallo, apparso circo un milione e mezzo di anni fa.
Da allora è possibile distinguere l’evoluzione di questo pregevole mammifero attraverso 8 stadi principali. Vediamoli assieme:
Eohippus (o Hyracotherium)
Questo è il nome con cui si conosce il più antico antenato del cavallo. In realtà, la ricostruzione del suo scheletro lo rende più simile ad un piccolo cane. Il suo corpo aveva una dimensione compresa tra i 20 e i 40 cm di altezza. Aveva un muso corto e le orbite degli occhi erano poste al centro del viso.
I fossili di questo essere furono trovati in Oregon e nei sedimenti eocenici del Wyoming. Si pensa che sia apparso per la prima volta 55 milioni di anni fa e che si sia diffuso in Nord America ed Eurasia.
L’Eohippus era alto circa 30 cm, più o meno come una volpe o un cane e si cibava prevalentemente di foglie, piccoli arbusti e frutti, che brucava in boschi dal suolo paludoso. Per masticare aveva 44 piccoli denti adatti a masticare anche cibi di origine animale.
Le zampe anteriori avevano 4 dita, quelle posteriori 3: tutte le dita erano provviste di piccoli zoccoli, però l’Eohippus camminava appoggiandosi ai cuscinetti plantari.
La testa era piccola, le zampe corte, la schiena arcuata. Il mantello era maculato o striato, per permettergli di mimetizzarsi meglio nella boscaglia e sfuggire ai predatori. L’Eohippus aveva un carattere intraprendente e avventuroso, infatti si diffuse un pò ovunque sulla terra, come dimostrano i resti fossili ritrovati in Nordamerica, Europa, Asia e Africa.
Con il passare dei secoli e l’evolversi delle condizioni geo-climatiche della terra, il piccolo Eohippus modificò lentamente le sue caratteristiche.
Le zampe si allungarono per affrontare gli spostamenti in aree sempre più vaste e per scappare dai predatori, di conseguenza la sua altezza aumentò.
Per muoversi velocemente sui suoli rigidi di steppe e praterie, l’Eohippus sviluppò maggiormente il dito centrale fino ad arrivare ad avere un unico zoccolo in tutte le zampe, mentre delle altre dita non rimase che il metacarpo, il metatarso e le castagnette.
Cambiarono anche le sue abitudini alimentari: da brucatore divenne un erbivoro pascolatore, modificando l’apparato digerente e la conformazione dei denti, che si specializzarono per masticare diversi tipi di erbe e cereali. Anche il collo si allungò, per arrivare meglio all’erba a terra; gli occhi si spostarono più lateralmente per aumentare il campo visivo e individuare meglio i predatori.
Mesohippus
Il suo nome significa “cavallo intermedio” (o “cavallo di mezzo”).
Si suppone che abbia rappresentato la transizione dalla specie primitiva al cavallo moderno.
Qui compaiono i denti con corone alte che permettono di ruminare erba, foglie e germogli, migliorando la salute dell’animale.
I suoi fossili sono stati trovati in Canada e negli Stati Uniti, in Colorado, Nebraska e Dakota. Hanno vissuto circa 37 milioni di anni fa.
Miohippus
L’apparizione del Miohippus segna il primo ramo orizzontale nell’albero genealogico del cavallo.
Significa che inizia la diversificazione delle razze.
Si presume che ci fossero molti tipi diversi di Miohippus.
Occuparono ampiamente l’Oligocene, soprattutto nell’area della Florida e degli Stati Uniti occidentali. Hanno vissuto 32 milioni di anni fa.
Merychippus
È il primo antenato che assomiglia al cavallo moderno.
Sebbene i piedi avessero ancora 3 dita, il muso e le gambe erano già allungati.
Ciò rappresentava la possibilità di migrare su distanze più ampie e aumentare le possibilità di pascolo.
Pliohippus
È considerato il nonno del cavallo.
Si è ampiamente diffuso e diversificato, dando luogo a varie razze che hanno occupato l’intero continente. Hanno vissuto da 6 e 12 milioni di anni fa.
Equus
E’ l’unico che è riuscito a sopravvivere, grazie alla sua capacità di adattamento.
Si presume che il primo esemplare sia apparso 5 milioni di anni fa
I suoi fossili sono stati trovati in tutti i continenti, ad eccezione dell’Australia e dell’Antartide.
L’Equus ha accompagnato l’uomo in guerra, ha migrato con lui, è stato fondamentale per l’agricoltura e per viaggiare.
Oggi viene impiegato anche in competizioni sportive e nella pet therapy.
Da circa 3500 anni è un compagno fedele nella vita dell’essere umano ed è stato al fianco di grandi personaggi che hanno fatto la storia.
Da circa 3500 anni è un compagno fedele nella vita dell’essere umano ed è stato al fianco di grandi personaggi che hanno fatto la storia.