La domesticazione
QUANDO AVVIENE IL PROCESSO DI DOMESTICAZIONE?
La domesticazione animale avviene durante quella che si può definire la prima grande rivoluzione industriale della storia: quella interpone tra il periodo Paleolitico e il periodo Neolitico.
Quando ancora in alcune zone vivevano gruppi più o meno grandi di cacciatori raccoglitori, dando origine alle culture del Sauvetteriano e del Castelnoviano in quello definito Mesolitico, all’incirca 10000 anni fa, popolazioni abitanti nella cosiddetta Mezzaluna fertile, davano inizio a sedentarismo, coltivazioni di alcune specie vegetali e i primi rudimentali tentativi di allevamento animale.
La conseguenza di queste azioni fu un passaggio ad una vita più stabile che consentiva alle popolazioni di avere una dimora stabile ed alimentazione più abbondante e regolare, non dettata cioè dal bottino di caccia. In seguito allo sviluppo dell’allevamento si sviluppano inoltre tecniche di conservazione, presumibilmente del tutto analoghe a quelle praticate ancora oggi (salatura, essiccamento, affumicatura e così via).
Anche le strumentazioni utilizzate subiscono lenti cambiamenti: dalla scheggiatura della pietra, che si ritrova ancora nei primi periodi del Neolitico, si passa ad avere la levigatura della pietra, accanto poi a oggettistica realizzata con l’argilla che servirà per contenere alimenti di vario tipo fino poi alla lavorazione dei metalli.
COSA RAPPRESENTA LA DOMESTICAZIONE?
In particolare, la domesticazione rappresenta un fenomeno per il quale una specie animale o vegetale viene resa dipendente dalla convivenza con l’essere umano, e quindi dal suo controllo: il ciclo di vita di una specie addomesticata è inestricabilmente legato a quello dell’umano che l’ha addomesticata, al punto che il processo di domesticazione può portare a cambiamenti non solo nel comportamento di una specie, ma anche nella sua fisiologia e nel suo aspetto fisico.
L’acquisizione delle tecniche di allevamento avviene attraverso il controllo di alcuni animali con specifiche caratteristiche morfologiche e comportamentali, quali la scarsa aggressività (capridi), una certa adattabilità nei confronti del cibo (cane, maiale) e un istinto sociale sviluppato. Per tale motivo non sono stati mai addomesticati animali come il cervo o la maggior parte dei carnivori.
La selezione artificiale operata dall’uomo attraverso questa pratica, ha determinato nel corso del tempo una variazione nei caratteri fisici e comportamentali di questi animali rispetto ai loro omologhi selvatici, per esempio una riduzione della taglia e delle strutture di offesa (corna o zanne), oltre a variazioni nel colore e nelle caratteristiche del pelo.
In ambito europeo e vicino-orientale il cane è uno dei primi animali ad essere addomesticati (a partire dal lupo) durante il Mesolitico o forse già dalla fine del Paleolitico superiore. Per quanto riguarda la pecora, derivata da Ovis orientalis (pecora selvatica) le prime attestazioni risalgono al 9.000 anni a.C. circa nell’Asia sud-occidentale. Segue la capra intorno al X-IX millennio da oggi nel Vicino Oriente, derivata da Capra aegagrus (capra selvatica), il maiale derivato dal cinghiale (X millennio dal presente) e i bovini (IX millennio da oggi) originati dall’uro (Bos primigenius), i cui più antichi esemplari addomesticati sono stati rinvenuti in Anatolia. Il cavallo viene invece addomesticato solo intorno al IV millennio a.C. nella Russia meridionale e verso la fine del Neolitico nell’Europa occidentale. Pecore e capre vengono importate in Europa forse già nel IX millennio.