Venere di Willendorf
La venere di Willendorf, famosissimo esempio di arte mobiliare Paleolitica, di cui ho parlato in un articolo tempo fa (lo puoi leggere cliccando qui), non finisce mai di consegnarci nuove informazioni sul suo conto.
Venere di Willendorf – la descrizione
Statuetta steatopigia di soli 11 cm di altezza, riproduce una figura femminile nuda con le braccia, qui ritratte atrofizzate, posate sopra i seni.
I tratti del viso non sono accennati, bensì, ogni punto della testa è ricoperta da un’acconciatura o forse da un copricapo.
Ritrovata nel 1908 dall’archeologo Josef Szombathy, in un sito risalente al Paleolitico superiore, presso Willendorf in der Wachau, in Austria, venne datata a circa 23.000-19.000 a.C.
Le ultime scoperte
La scoperta sensazionale, riferita a questa statuetta, è proprio relativo alla pietra calcarea in cui è stata scolpita.
Si tratta di una “oolite”, una roccia composta da sferette calcaree di natura sedimentaria dal diametro inferiore a 2 mm. Ad analizzare il materiale della Venere sono stati i due geologi Alexander Lukeneder e Mathias Harzhauser assieme, all’esperto di preistoria Walpurga Antl-Weiser, del Museo di Storia naturale di Vienna
Dagli studi, avvenuti nel 2022, è emerso, grazie alla tomografia a elevata risoluzione, che, il luogo più vicino dove sarebbe stato possibile estrarre il materiale utilizzato per la statuetta si trova nel Nord Italia, e più precisamente sul lago di Garda.
I ricercatori sono riusciti a ottenere immagini con una risoluzione che arriva a 11,5 μm (un milionesimo di metro): come per tutte le ooliti l’interno della roccia è risultato non uniforme, con all’interno granuli di limonite (ossido di ferro con presenza di acqua) e piccoli resti di conchiglie.
«I granuli di limonite sono probabilmente scoppiati mentre lo scultore della Venere la stava lavorando», spiega Antl-Weiser, «e proprio nel punto dove c’è l’ombelico ne fece… di necessità virtù».
Questa distanza da Willendorf e il lago di Garda, fa presupporre gli studiosi che, gli uomini del Paleolitico superiore, avessero un grande controllo del territorio.
Le strade percorribili per arrivare al Garda erano due:
- la prima avrebbe portato a circumnavigare le Alpi, percorso che, stando ad altre ricerche, venne sicuramente utilizzato dalle popolazioni di allora.
- la seconda invece non si sa se fosse veramente percorribile all’epoca delle glaciazioni e passava direttamente attraverso le Alpi, passando a fianco dei fiumi, ma sempre a più di 1000 metri di quota.
Il dubbio degli scienziati riguarda la contesa della roccia: le ooliti giurassiche non si trovano soltanto in Italia ma anche in Ucraina orientale che però si trova a 1600km di distanza da Willendorf.
Erano veramente abituati a percorrere queste grandi distanze? Facevano scambi con gruppi di popolazioni incontrate per caso? Nessuno potrà mai svelarci questi misteri, possiamo solo fare ipotesi e supposizioni al riguardo, confrontando i resti che abbiamo davanti a noi con lo studio del territorio circostante.
Concludendo, le indagini ancora in corso
Il dubbio degli scienziati riguarda la contesa della roccia: le ooliti giurassiche non si trovano soltanto in Italia ma anche in Ucraina orientale che però si trova a 1600km di distanza da Willendorf.
Erano veramente abituati a percorrere queste grandi distanze? Facevano scambi con gruppi di popolazioni incontrate per caso? Nessuno potrà mai svelarci questi misteri, possiamo solo fare ipotesi e supposizioni al riguardo, confrontando i resti che abbiamo davanti a noi con lo studio del territorio circostante.